Siamo qua a proporti altre 3 interessanti gite sempre in collaborazione con la Travel for all. Per prenotazioni e informazioni sulle seguenti gite contattate i seguenti recapiti:
And Travel for All – Via Magnaghi 14 r. / 16129 GENOVA
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1° giorno: Partenza in pullman GT da Genova. Sosta lungo il percorso. Arrivo a Pitigliano in tarda mattinata: il paese sorge su una rupe tufacea, dal colore ocra, le case del borgo sembrano essere un prolungamento quasi naturale della roccia sottostante che nasconde grotte ed anfratti e ripide rupi che solcano il pianoro. Incontro con la guida e visita del centro storico dove un labirinto di piazze e vicoli che si rincorrono, creando la magia che contraddistingue questo borgo. Fra portali e scale di pietra si possono trovare numerosi negozi e botteghe dove comprare gli ottimi prodotti locali. Dal punto di vista storico il Duomo, la fontana dalle 7 cannelle, il ghetto ebraico. Pranzo in ristorante con menu tipico maremmano (antipasto: affettati toscani, crostini con pate- di cinghiale, frittata con zucchine ricotte al forno con marmellata di zucca, bis: maltagliati al cinghiale e trofie con fiori di zucca, zucchine e guanciale, Filetto di cinta senese in crosta con patate al forno, Millefoglie con crema chantilly e gocce di cioccolata caffé, bevande incluse ). Nel pomeriggio trasferimento a Bolsena, sistemazione in hotel 3 *** , cena e pernottamento
2° giorno: dopo la prima colazione, incontro con la guida e visita del borgo ubicato sulla riva sull’omonimo lago, visita dell’antico borgo medievale ancora ben conservato. Tra i monumenti di rilievo la Collegiata di Santa Cristina, la rocca Monaldeschi che ospita il museo Territoriale del lago di Bolsena. Pranzo in Ristorante sul lago ( Antipasto, tagliolini di mare, Fritto misto con contorno, dolce della casa , bevande incluse ) Nel pomeriggio escursione con battello sul lago di origine vulcanica più grande d’Europa, periplo dell’Isola Bisentina e dell’Isola Martana. Rientro in hotel, cena e pernottamento
3° giorno : dopo la prima colazione, trasferimento a Civita di Bagnoregio, incontro con la guida; conosciuta anche come “la città che muore” per il progressivo crollo delle pareti perimetrali, dona a questo luogo un’atmosfera irreale quindi indelebile. Il borgo sorge su un colle tufaceo cuneiforme a 443 metri, stretto fra i due profondi burroni del Rio Chiaro e del Rio Torbido. Grazie all’ integrità del suo centro storico e alla bellezza paesaggistica è stato inserito nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia, è possibile raggiungere il piccolo centro solo a piedi tramite un ponte che raggiunge la porta antica del paese, le case del piccolo centro sono costruite interamente a sasso. Alle spalle dell’abitato si estende la grande vallata incisa dai “calanchi”, creste d’argilla dalla forma ondulata e talvolta esilissima. Lo scenario offerto dalla Valle dei Calanchi e dal borgo di Civita di Bagnoregio, forma uno dei paesaggi più straordinari e unici d’Italia. Pranzo in ristorante a Bagnoregio (antipasto misto con salumi e formaggi, gnocchi cacio e pepe, arrosti misti di carne, dolce della casa, bevande incluse) . Al termine del pranzo partenza per il rientro a Genova previsto in tarda serata
QUOTA DI PARTECIPAZIONE : € 298 (minimo 30 paganti)
Supplemento singola : € 37
LA QUOTA COMPRENDE: viaggio in pullman GT, Sistemazione in hotel 3 stelle, in camere doppie con servizi privati, due cene in hotel bevande incluse, pranzi in ristorante a Pitigliano , sul Lago di Bolsena e a Bagnoregio, escursione in motonave 2 ore ca. (salvo condizioni meteo-marine avverse) , accompagnatore d'agenzia
In origine Nuovo Teatro Ducale, il Teatro Regio di Parma nasce per volontà della duchessa Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, moglie di Napoleone, inviata a reggere il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla dopo il Congresso di Vienna. Iniziati i lavori nel 1821 su progetto dell’architetto di corte Nicola Bettoli, il Teatro inaugura il 16 maggio 1829 con Zaira, opera di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani. In stile neoclassico, la facciata è caratterizzata da un colonnato di ordine ionico e da un’ampia finestra termale che si apre nella parte alta. Superato l’atrio, si accede alla Sala del Foyer, scandita da due file di quattro colonne, sul pavimento del quale sono visibili le botole da cui veniva diffuso il riscaldamento. Una scalinata porta alla Sala del Ridotto, dov’era il trono di Maria Luigia, che poteva accedervi direttamente dalle stanze del Palazzo Ducale. Dalla volta dipinta scendono due lampadari a goccia in vetro soffiato e dall’alto si affacciano i matronei che ospitavano le orchestre da ballo. Tornando nel foyer, attraversato il portale d’onore, si entra nel cuore dell’edificio: la sala, con la platea, quattro ordini di palco e il loggione, è sovrastata dal soffitto dipinto da Giovan Battista Borghesi nel quale, disposti in cerchio intorno all’ “astrolampo”, il grande lampadario in bronzo dorato forgiato dalle officine Lacarrière di Parigi, stanno poeti e drammaturghi. Il sipario dipinto, uno dei pochi esempi giunti fino a noi, è anch’esso opera del Borghesi: una popolata allegoria della Sapienza, con Minerva assisa in trono circondata da dèi, ninfe, poeti e muse mostra, nelle sembianze della dea, il ritratto di Maria Luigia. In alto, un orologio “a luce”, che segna l’ora di cinque in cinque minuti, è posto al centro dell’architrave del proscenio, arricchito dai busti dorati di poeti e compositori. L’aspetto della sala oggi è molto diverso dall’originale: nel 1853 il décor in stile neoclassico, progettato da Paolo Toschi è ricoperto dagli stucchi e dalle dorature di Girolamo Magnani (decoratore che Verdi volle spesso al suo fianco in qualità di scenografo) che, su incarico di Carlo III di Borbone, rinnova la veste dell’ormai Teatro Regio secondo lo stile neo rinascimentale. Nello stesso anno il nuovo lampadario, ridimensionato nel 1913 per migliorare la visibilità dal loggione, inaugura l’impianto di illuminazione a gas che sostituisce il vecchio sistema con candele e lampade a olio, mentre l’illuminazione elettrica arriverà nel 1890. La camera acustica dipinta da Giuseppe Carmignani, uno fra i rari esempi sopravvissuti all’uso e al tempo, riprende le decorazioni dei palchi e si compone di pannelli di canapa montanti su cornici lignee, componibili telescopicamente per servire le più diverse formazioni orchestrali.
La Casa Natale di Verdi è in un modesto edificio, adibito anche a posteria, dove il padre del piccolo Giuseppe Verdi gestiva un’osteria con annessa bottega di generi vari e la madre faceva la filatrice. Quella di Giuseppe Verdi era una famiglia di piccoli proprietari e ancor oggi la vista delle stanze disadorne e prive di arredi non manca di commuovere i tanti visitatori che vi fanno tappa durante i loro itinerari alla scoperta del territorio parmense.
Sulla facciata della casa una lapide del 1872 ricorda che i marchesi Pallavicino, che ne erano proprietari, vollero che rimanesse com’era allora; nel tempo altre lapidi commemorative e celebrative sono state apposte e tra esse è da ricordare quella voluta dai poveri di Roncole beneficiati dal Maestro Giuseppe Verdi dopo la sua morte. Oggi l'umile casetta è stata trasformata in museo che raccoglie alcuni degli oggetti di uso domestico della famiglia e le memorie del maestro di Busseto e dove è disponibile un percorso multimediale di approfondimento.
PROGRAMMA: partenza da Gavette alle ore 7 in pullman GT per Parma con sosta lungo il percorso.
All'arrivo visita con guida al Teatro Regio di Parma (durata circa 30 minuti). Al termine trasferimento a Roncole Verdi per una degustazione al Vecchio Mulino Pallavicino : Culatello di Zibello DOP, Fiocco, Coppa, Spalla cruda di Palasone, Salame, Strolghino di Culatello Serviti con torta fritta, pane , focaccia, giardiniera di verdure, marmellata di cipolle, crema di gongorzola e mascarpone. Dolce della casa a scelta tra torte casalinghe o dolce al cucchiaio Acqua, Vino tipo Fortana o Lambrusco (vini rossi frizzanti e fermi della nostra tradizione) Caffè . Nel pomeriggio visita alla casa di Giuseppe Verdi : al vostro ingresso nel Museo la guida vi consegnerà un iPad e un paio di cuffie. Sull’iPad è presente un’applicazione che vi consentirà di visitare autonomamente la casa. Una mappa interattiva vi aiuterà a orientarvi ovunque voi siate, i contributi audio vi racconteranno a parole aneddoti e fatti inerenti l’infanzia del Maestro, mentre contenuti testuali e video completeranno il contesto narrativo. Vedere le stesse scene che avrebbe potuto vedere Verdi da bambino, ascoltare la sua voce che racconta la storia della propria famiglia e scorgerne l’ombra sui muri: tutto questo è possibile. Perché la vostra guida in questo Museo sarà Giuseppe Verdi. Percorso con descrizione cartacea che riporta il contenuto del tablet. Al termine rientro a Genova con arrivo previsto in serata
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: € 70 (minimo 30 persone)
LA QUOTA COMPRENDE: viaggio in pullman GT, accompagnatore d'agenzia, visita guidata al Teatro Regio, visita alla Casa di Verdi con guida multimediale, degustazione a pranzo incluse bevande
Villa del Principe è la più vasta e sontuosa dimora nobiliare della città di Genova. I lavori di costruzione del complesso iniziarono negli anni venti del Cinquecento, per volere di Andrea Doria, valente ammiraglio e uomo d’armi leggendario. Il Palazzo è qualificato da un raffinato ciclo decorativo, frutto dell’incontro tra il committente Andrea ed un artista dal linguaggio colto ed aggiornato come Perin del Vaga. L’artista, allievo di Raffaello e protagonista della scena artistica romana negli anni precedenti al Sacco di Roma (1527), realizzò nella Villa uno dei cicli pittorici rinascimentali più importanti del nord Italia. Il complesso monumentale fu ampliato ed arricchito di nuove opere d’arte dall’erede di Andrea, Giovanni Andrea I, ed ospitò per quasi cinque secoli generazioni successive del casato Doria Pamphilj, le quali raccolsero all’interno delle splendide sale cinquecentesche dipinti, arazzi e preziosi arredi. Oggi Villa del Principe è un museo pieno di tesori nascosti la cui visita permette di rivivere i suoi fasti: basta percorrere le sue stanze per meravigliarsi di fronte ai suoi splendidi affreschi e agli incredibili arazzi. L’ammiraglio Andrea Doria dotò la sua villa di giardini splendidi, adeguati all’importanza della sua dimora, a sud affacciati sul mare, e a nord articolati in una serie di terrazze che risalivano la ripida collina di Granarolo. Una prima organizzazione degli spazi del giardino fu affidata a Perin del Vaga, della cui progettazione rimane la Fontana dei Delfini, realizzata da Silvio Cosini su disegno dell’artista fiorentino. In un secondo momento Andrea si rivolse a Giovanni Angelo Montorsoli, il quale si occupò della sistemazione del giardino settentrionale, ormai totalmente perduto, e realizzò il complesso scultoreo del Satiro che cavalca un delfino, ancora oggi visibile nel giardino meridionale. L’intervento più spettacolare commissionato dal Doria fu una splendida uccelliera all’interno della quale nidificavano pavoni, fagiani e uccelli rari. Sul finire del XVI secolo venne realizzata da Taddeo Carlone la Fontana del Nettuno, che ancora oggi costituisce il fulcro del giardino all’italiana. Nel corso del XIX secolo il Principe Filippo Andrea V e sua moglie Mary Talbot diedero avvio ad un aggiornamento del giardino secondo le forme del gusto romantico “all’inglese”, che previde la cancellazione degli assi di simmetria tipici del giardino all’italiana per preferire viali sinuosi. Il giardino settentrionale fu compromesso a metà del secolo a causa della costruzione della linea ferroviaria Genova – Torino e dallo sbancamento della collina di Granarolo con la conseguente fitta edificazione dell’area. Il Ventesimo secolo fu interessato da una vasta campagna di lavori che mutarono profondamente l’area circostante Villa del Principe, a cominciare dalla costruzione della nuova Stazione Marittima, di via Adua (anni Trenta) e della strada sopraelevata (1962-65). Nel 1944 i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale causarono distruzioni notevoli sia nel Palazzo che nel giardino. Il giardino attuale è il risultato di un progetto di restauro grazie al quale si è recuperata la forma del giardino Cinquecentesco, periodo di massima rappresentanza della Villa e del casato.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE € 19
La quota comprende: ingresso alla Villa e visita guidata dalla sig.na Valentina Fusco
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